8/2/93
Le misure che seguono viene spontaneo chiamarle ...
Ci viene di chiamarle distruttive perche' c'e' un qualcosa della scena
sperimentale che si distrugge. Questo e' un modo di vedere della vita
quotidiana, da un pv scientifico c'e' altro da dire?
I sistemi che partecipano al processo di misura hanno ruoli diversi, in essenza:
SISTEMA MISURATO / MISURATORE, o OSSERVATO / OSSERVATORE.
Gli scienziati fanno misure in cui il sistema di misurazione e' destinato alla
distruzione
es: sonde planetarie.
Il sistema che invece quasi sempre si cerca di non alterare, figuriamoci
distruggere, e' il sistema misurato. Questo per vari motivi:
- puo' essere l'unico sistema disponibile, esistente
- se la misura altera il sistema, non sto piu' misurando quello che voglio, cio'
che era, ma il sistema alterato. In certi casi si fa cosi', si riesce a misurare
anche l'alterazione prodotta e quindi correggere la misura. Pero' e' preferibile
non alterare.
I fisici quindi dicono:
Una misura e' distruttiva (def)
il sistema misurato viene alterato, al limite distrutto, dalla misura.
Un discorso a se' stante e' necessario per il tempo.
d: misurare il tempo
- con una candela accesa, cioe' distruggendo
- con una clessidra, cioe' non distruggendo
e' o non e' una misura distruttiva?
r: la misura del tempo e', per la natura stessa del tempo, distruttiva: il tempo
passato non si ripresenta piu', non c'e' piu', si distrugge da se'. Per avere
piu' misure dello stesso tempo, e' necessario che siano contemporanee, in
parallelo temporale.
Nel caso del tempo misurato con la candela non possiamo dire che la misura e'
distruttiva poiche' si distrugge la candela: la candela e' il sistema
misuratore, non quello misurato.
Ovviamente si fa la misura distruttiva per alcuni rappresentanti e la si ritiene indicativa per tutta la famiglia. Per precisare meglio l'indicativita', renderla misurabile, occorrono dei concetti statistici.
MISUR N/DISTRUTTIV N/ALTERATRICI