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Compravendita auto

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Bonifico bancario: bisogna indicare la causale?

In questi termini la causale non è una condizione essenziale per eseguire un bonifico. Così come la sua presenza non esclude la possibilità di un accertamento, la sua assenza non preclude il diritto di poter successivamente dimostrare la correttezza dell’operazione e l’inesistenza di un intento fraudolento o evasivo. Pertanto, se hai dimenticato di far riportare la causale in un bonifico ricevuto, non preoccuparti: se il fisco dovesse chiederti chiarimenti, hai sempre la possibilità di difenderti.

Regalo di un amico: quale causale?

L’Agenzia delle Entrate non pone molta attenzione ai bonifici intervenuti tra familiari conviventi; ciò per l’intuibile ragione che essi si presumono effettuati come naturale adempimento degli obblighi di reciproca assistenza tra consanguinei. È del tutto normale che il padre bonifichi al figlio 500 euro come aiuto per comprare il motorino o 100 euro come paghetta mensile. Così come è normale che la pensione della madre anziana finisca in parte sul conto della figlia che ancora vive con lei e che si prende cura dei genitori.

Discorso diverso avviene tra parenti non conviventi o, peggio ancora, non legati da alcun vincolo di parentela. È proprio il caso di due amici. Per il fisco – che non può accertare se il rapporto di amicizia è effettivo o strumentale – risulta sospetto che un soggetto versi dei soldi sul conto di un altro senza prima aver stipulato un contratto o sottoscritto un documento. Insomma, è come dire che la generosità non trova spazio per la nostra legge se non viene supportata da prove concrete. Questo significa che dietro ogni bonifico si presume esservi una retribuzione o un pagamento per un servizio reso o un bene venduto. Ogni bonifico, quindi, se non giustificato, si considera reddito.

Ciò porta delle conseguenze importanti e delicate:

se un amico vuol regalarti dei soldi dovete prima “mettere per iscritto” tale intenzione, formalizzarla in un documento, un vero e proprio atto di donazione. In tale atto andrà riportata la somma che si versa, la ragione («scopo di liberalità») e la data del versamento.

 

Ecco un esempio:

«Con il presente atto, Mario dichiara di donare a Giovanni la somma di euro… a puro scopo di liberalità. Tale somma sarà versata sul conto corrente di Giovanni in data… con la seguente causale “Donazione”. Giovanni dichiara di accettare con animo grato la suddetta donazione [data, firma]».

 

Per evitare che le parti costruiscano a posteriori una scrittura del genere, solo dopo aver ricevuto un accertamento fiscale, è necessario che il documento sia datato e che la data sia “certa”. La data è certa quando certificata da un pubblico ufficiale. Ciò può succedere in diversi modi:

  1. tramite spedizione del documento. Si può decidere di spedire l’atto di donazione tramite raccomandata senza busta dal donante al donatario; in tal caso farà fede la data del timbro postale che, in quanto apposta da un pubblico ufficiale (tale è il postino) farà pubblica fede;
  2. tramite invio per posta elettronica certificata. L’attestazione del gestore dell’account della Pec ha lo stesso valore del timbro postale;
  3. tramite registrazione della scrittura all’Agenzia delle Entrate. In questo caso però bisognerà pagare l’imposta di registro.

Quale causale?

Una volta eseguite tale formalità, la causale del bonifico per regalo all’amico potrà consistere in una delle seguenti diciture: Regalia, Regalo, Donazione, Liberalità, Sostegno economico, ecc.

Proprio a riguardo del “sostegno economico”, ogni contributo spese per un momento di difficoltà economica si considera comunque una donazione e, quindi, richiede le stesse forme di cui abbiamo appena parlato.